Gabriela Fantato
La seconda voce
Della nostra mortalità
E se ci fosse un dio
nascosto tra le cose, dentro
lo spazio che unisce e separa,
dove si legge la fine che abbraccia
il bordo nuovo di una seconda vita di legno,
di sale e lacrime e chiodi mai conficcati,
solo puntati
per certezza al tavolo che balla
e dà forma ai giorni.
E se provassi a tendere la mano,
come un vecchio marinaio dentro
il suo vento di levante,
dentro la santa pelle del mare
e quella luminosa del giorno che nascevi
quando anche morirai,
e se avessi il moto e la certezza
che inventi, quella che sa dire
– la tua storia, con gli stessi volti,
ma con le pieghe nuove
da scoprire.