Lucetta Frisa
“Ho tante albe da nascere”
Lucetta Frisa, genovese, è poeta, scrittrice, traduttrice, lettrice a voce alta. Tra i suoi libri di poesia: La follia dei morti (Campanotto, 1993), Se fossimo immortali (Joker 2006), Ritorno alla spiaggia (La Vita Felice, 2009), L’emozione dell’aria (CFR, 2012), Sonetti dolenti e balordi (CFR, 2013). Ha tradotto, tra gli altri, Henri Michaux, Bernard Noël, Alain Borne. Suoi testi sono stati pubblicati in riviste (Poesia, Nuova Corrente, Nuova Prosa, La Clessidra, La mosca di Milano, L’immaginazione) e antologie (Il pensiero dominante, Genova in versi, Trent’anni di Novecento, Altramarea, Poems from Liguria. Suoi racconti per ragazzi sono apparsi sul quotidiano Avvenire. In prosa pubblica Sulle tracce dei cardellini (Joker, 2009) e La Torre della luna nera (Puntoacapo, 2012). In coppia con Marco Ercolani scrive l’epistolario fantastico Nodi del cuore (Greco & Greco, 2000), Anime strane (ibidem, 2006) Sento le voci (La Vita Felice, 2009; tradotti anche in francese da S.Durbec per Etats civils, 2011), e il Muro dove volano gli uccelli (Edizioni l’Arcolaio, 2013). Finalista in diversi premi letterari, ha vinto il Lerici-Pea (2005) per l’Inedito e l’Astrolabio 2011 della critica per la sua opera complessiva. Nel 2016 raccoglie, per puntoacapo, un’antologia della sua opera poetica: “Nell’intimo del mondo. Poesie 1970-2015” (finalista Premio Camaiore 2017). Per lo stesso editore, nel 2020, esce “Cronache di estinzioni”.
Sito web: www.lucettafrisa.it
“Ho tante albe da nascere” (puntoacapo Editrice, Pasturana, 2022) è una raccolta poetica in cui, come dice Luigi Cannillo nella sua introduzione “L’alba, o meglio, le albe di Lucetta Frisa ricordano un’aurora boreale, per lo stretto rapporto tra notte, luce e colore, per le immagini in movimento a cui danno origine e per come possiamo percepire quei segni come messaggio di un altrove”. Vera protagonista dei versi dell’autrice è la sorpresa, la ricerca della meraviglia di quello che si deve ancora scoprire: l’alba non è solo un inizio, ma la promessa dell’inatteso. Così sono spesso protagonisti i bambini e gli animali, immuni dall’assuefazione dell’età adulta. Una raccolta che si muove nello spazio – le Dolomiti, Portofino – e nel tempo, con una particolare attenzione al sonno “da cui origina anche la scrittura, vissuta e agita come componente esistenziale della vita: come testimonianza, cronaca, ritmo, creazione di spazi verbalizzati con la consapevolezza di una responsabilità della parola che si accentua a comprendere tutti questi piani espressivi”. Una parola che per trattenere, scivola sulle cose.
Oggi
non penso a nulla
solo mi dico
è l’alba
voglio tenerla stretta a me
come un talismano.
Un bambino mi chiede
l’alba
che cos’è?
Adesso
guarda e respiro adesso
la conoscerai di notte
quando non c’è.
*
Se camminare è scrivere
se scrivere è camminare
abbiamo raggiunto le vette
di tutti i monti:
(era il mio sogno di bambina).
*
Il mistero è la fiamma ardente della materia.
guardo le nuvole
si tocca lo spessore della terra
guardando la terra come nuvola
sentiamo il legame
a un unico cerchio inconcluso
che più si apre
e più ci inabissa.